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La saga «Dal Cappello di Gia» non è rivolta solo alle donne, ma anche agli uomini, i quali possono trarne degli utili spunti per non lasciare deluse le loro partner. Fuori dagli schemi, a tinte molto invereconde, nella saga è narrato un sesso lesbico che, pur moderatamente sadomaso e fetish, è sempre giocoso e gioioso. Nelle vicende, tutti i personaggi – donne - si muovono nell’invenzione retorica di un empireo saffico costellato da conturbanti giochi sadomaso dal potente profilo erotico, mai verosimilmente violenti, consensuali e condivisi, dove ogni desiderio è esaudito in una fitta coltre di beatitudine nella quale non vi è mai apologia della sofferenza o della violenza. Sono le vicende amorose di Gia Van Rollenoof, una giovane e affascinante donna veneziana che, da artista fotografa, per meglio esprimere senza alcun limite la propria creatività intorno all’Eros, ha poi scelto la scrittura. Discepola di Saffo, e, da buona veneta, anche di Epicuro, l’eclettica protagonista è costantemente protesa all’appagamento delle proprie pulsioni, più libidiche che sentimentali. Visionaria, dalla conturbante femminilità, pur licenziosa nei costumi sessuali, sono presenti in lei dei precisi contorni morali non viziati dal pregiudizio: infatti, all’apparente dissolutezza, lei oppone un tormento dell’anima e una brama interiore verso il trascendente. Dall’animo libero, per nulla condiscendente, frequentemente lei si scaglia in fondate, veementi considerazioni verso l’ingiustizia sociale e l’esercizio di poteri ingiusti. Fieramente lesbica, per promuovere i suoi romanzi, ma anche per stabilire delle “affettuose” amicizie femminili, lei è dedita a chattare sul web; ed è proprio dalla chat, che nasceranno le mirabolanti vicende amorose che, dalla sua Venezia, poi si svilupperanno in una sperduta Oasi di un Paese arabo, per dopo avere un seguito a Gasterij Kruisberg, una località vicina ad Amsterdam. É chiaramente un volo di esagerata fantasia, dove il corpo femminile è idealizzato come una fonte inestinguibile di delizie sessuali, dalla libido inesauribile e dalla sovrumana resistenza ai reiterati amplessi e fustigazioni. Tuttavia, si tratta sostanzialmente d’invenzioni con una funzione catartica. A voler definire in breve questo primo atto, che consta di circa quattrocento pagine, si potrebbe dire trattarsi di una favola dove l’amore e il sesso, in maniera irreale, sono messi a nudo nella loro dimensione prettamente pulsionale, volutamente spogliati da ogni intrigo psicologico pseudo seduttivo, e raccontati in modo esplicito nella loro gratificante essenzialità erotica. Spoglia di sofismi introspettivi, si tratta perciò di una FIABA PER ADULTI dall’esito felice, costantemente permeata da impeti di donne verso altre di loro. Nel romanzo sono trattati contenuti sessuali espliciti, e perciò la vendita e la lettura sono rivolte a persone maggiorenni. Si avverte, inoltre, che la lettura non è adatta a persone dagli ortodossi sentimenti religiosi.

Gli affezionati lettori dei romanzi di Gia ormai conoscono la metafora narrativa, moderatamente sadomaso, nella quale essi s’inscrivono, così come il senso in cui vanno intese le vicende, e pure le particolarità comportamentali del personaggio principale; e quindi, è inutile ripeterlo. Nei contenuti, è questo, detto in breve, ciò che i lettori troveranno in questo secondo atto: ormai da due giorni all’Oasi araba, costretta all’astinenza da orgasmi, finalmente Gia è in procinto di conoscere Rashida e la sua giovane moglie Nahed; dopo di ciò, lei potrà adempiere i riti d’iniziazione alla loro Comunità, cerimonia che la libererà dal mal tollerato, pesante, precetto. Con la prospettiva concreta e imminente di potersi dare al sesso più sfrenato condividendo la mensa del piacere saffico con le tre donne, lei è determinata a ben figurare nell’incontro, e a smuovere i sensi delle due affascinanti femmine arabe, consorelle in carne della moglie Nourhan.

Mentre, attenta, esamina il proprio aspetto allo specchio, le sovverrà il ricordo delle “Licenziose Reminiscenze Veneziane”, periodo in cui, nello stesso tempo, lei ebbe per amanti una focosa femmina venezuelana e tre giovani, fresche, ragazze. È anche questo, che si troverà nello svolgersi della Saga: ossia, un vero e proprio romanzo nel romanzo, che, se pur elegante e mai volgare nella narrazione, troverete costantemente molto disinvolto, e persino spudorato; così, com’è il personaggio “Gia”.

Neanche è il caso di precisare che, anche in quest’atto, la narrazione trascinerà il lettore in un vortice di fantasie erotiche sorprendentemente fantasiose. Naturalmente, non mancheranno nemmeno le numerose riflessioni dell’insofferente “Gia idealista” intorno ai mali del mondo; saranno richiamati e commentati dei temi cruciali legati alla mala-politica, al malcostume, allo scontro di religioni e ideologie, e all’umana strumentalizzazione di confessioni spirituali, quella Cattolica e Mussulmana in particolare.

In questo terzo atto della Saga, tutte le vicende narrate si svolgono sul filo della severa fustigazione erotica di Gia, supplizio che lei ha voluto sopportare come un dono per coloro le quali diverranno delle sorelle di Comunità in carne e in spirito. É durante quel duro tormento voluto che, a sostenerla, sovverranno alla sua memoria alcune tra le tante vicende erotiche che hanno costellato la sua vita precedente all’Oasi: come nei precedenti atti, anche se spoglie di volgarità gratuite, queste sono narrate in maniera molto esplicita e conturbante, portando chi legge, via via, in un turbine di trepide sensazioni erotiche vieppiù incalzante, dove il sesso tra donne, nelle sue forme più intriganti e invereconde, si mostra come un’apoteosi libidica altrimenti irraggiungibile.

Negli sviluppi delle vicende saranno messe a nudo le reazioni delle quattro donne a fronte dell’avvento di Gia nella Comunità, come pure la forte emozione infusa a quest’ultima dalla giovane, sensualissima, Nahed, l’effetto che avrà il loro feeling su Nourhan, sua innamorata e moglie, la sensazione che lei ricaverà dalla carismatica, giunonica, affascinante decana della Comunità, e altro ancora. Nello svolgersi della storia, molto appassionante sarà vedere in quale modo si svolgeranno i riti che porteranno Gia in comunione con le consorelle, scoprire le fantasie erotiche che metteranno in campo le tre donne arabe nell’infliggerle il supplizio iniziatico che lei ha reclamato per rendere più avvincente la loro reciproca conoscenza carnale.

Coinvolgente, sarà conoscere le sensazioni che trarranno Rashida e Nahed da quelle pratiche para-erotiche per loro nuove; appassionante sarà, inoltre, assistere al modo in cui le nuove amanti arabe di Gia esprimeranno le impetuose pulsioni che ne saranno scatenate. Molto avvincente sarà anche osservare come si comporterà la suppliziata durante la sua pena, sentir narrare i ricordi e le considerazioni esistenziali che verranno a sostenerla durante la dura fustigazione, conoscere le sue riflessioni intorno al genere umano, e al misticismo, che occuperanno la sua mente nel corso di quel travaglio, che pur sopportato in un’atmosfera pregna di travolgente lussuria, sarà sconvolgente».

É inutile dire che, anche in ognuno dei capitoli di quest’atto, non mancherà tanto Eros Lesbico, che, nella metaforica espressione sadomaso già nota, troverete sempre fantasioso, sorprendente, e intrigante.

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